Intesa Sanpaolo investe per la prima volta in criptovalute e acquista 11 Bitcoin

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Intesa Sanpaolo, la più grande banca italiana, ha acquistato 11 Bitcoin nella giornata di lunedì 13 gennaio, per un valore di poco più di 1 milione di euro. Si tratta della prima volta che un istituto di credito italiano conclude una transazione diretta in criptovalute.

La notizia è trapelata dopo che è stata diffusa un’email di Niccolò Bardoscia, responsabile del trading e degli investimenti in asset digitali presso Intesa Sanpaolo:  

“Da oggi (lunedì), Intesa Sanpaolo possiede 11 Bitcoin. Grazie a tutti per il lavoro di squadra”. 

Al di là di questo, però, non sono stati forniti ulteriori dettagli sulle ragioni che hanno portato la banca a optare per Bitcoin né sulle sue strategie future nel settore delle criptovalute

Vale però la pena ricordare che, lo scorso novembre, la banca ha ampliato il mandato del proprio desk dedicato agli asset digitali, includendo il trading spot di criptovalute. In passato, infatti, l’istituto si era limitato a operazioni su strumenti derivati, come opzioni e futures, e su fondi negoziati in borsa (ETF) legati alle criptovalute. 

La questione fiscale: dal 42% al 26%

Solo poche settimane fa, il governo stava valutando un drastico aumento dell’aliquota fiscale sulle plusvalenze da criptovalute, che sarebbe dovuta passare dal 26% al 42%. Questa proposta ha però incontrato una forte opposizione in Parlamento, dove un gruppo di deputati ha fatto sentire la propria voce, riuscendo a bloccare l’iniziativa. 

La soluzione trovata è stata quella di rimandare l’aumento al 2026, con un’aliquota rivista al ribasso, al 33%. Visti i continui cambiamenti in questo settore e visto che siamo pur sempre in Italia, è rimasta aperta la possibilità che si torni al 26%, la stessa aliquota applicata sulle plusvalenze derivanti da investimenti azionari.

Questa incertezza normativa si inserisce in un quadro più ampio in cui le criptovalute non sono più viste solo come un’opzione speculativa per investitori audaci ma anche come un’opportunità di innovazione finanziaria per istituzioni tradizionali, come dimostrato dall’ingresso ufficiale nel settore da parte di Intesa Sanpaolo. 

Una mossa di questo livello potrebbe rappresentare un incentivo decisivo anche per i risparmiatori più conservatori, che potrebbero iniziare a guardare al mercato crypto con maggiore interesse.

Il mercato italiano delle criptovalute: numeri e prospettive

Secondo il Rapporto Fabi, a metà novembre dello scorso anno, erano 1,35 milioni gli italiani che possedevano criptovalute, per un valore complessivo stimato di 2,2 miliardi di euro. Questo dato testimonia come il mercato crypto nel nostro Paese sia già consolidato ma, al tempo stesso, abbia enormi margini di crescita, soprattutto se stimolato da iniziative come quella di Intesa Sanpaolo.

L’acquisto degli 11 Bitcoin, per un valore di circa 1 milione di euro, sembra essere avvenuto in un momento particolarmente favorevole. Intorno alle ore 11:00, il prezzo di BTC era di circa 92.800 dollari ma, in serata, il valore era già salito a 94.025 dollari. 

Questo rapido incremento sottolinea l’importanza del tempismo nelle operazioni di trading e suggerisce che la banca potrebbe aver beneficiato del rialzo, anche se le motivazioni e le strategie future dietro questa operazione rimangono riservate.

Al di là delle considerazioni più speculative, l’ingresso di Intesa Sanpaolo nel mercato delle criptovalute segna una svolta significativa per il settore in Italia, dando un segnale di legittimazione che potrebbe attrarre nuovi investitori, sia tra gli appassionati di tecnologia sia tra i risparmiatori più tradizionali. 

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